Sono le sei e mezza del mattino, mi ha svegliata un tuono, è il mio giorno zero. Non un nuovo inizio, il primo giorno della mia nuova vita, nè quello della rinascita e del cambiamento. Neppure il mio primo giorno di dieta, quel “famoso lunedì” in cui ci si inizia a mangiar sano, ma solo fine a martedì. Oggi è il mio giorno zero.
0-day (o zero-day) è una qualsiasi vulnerabilità di sicurezza informatica non pubblicamente nota, definisce anche il programma – detto “exploit” – che sfrutta questa vulnerabilità per eseguire azioni non normalmente permesse nel sistema in questione. Vengono chiamati 0-day proprio perché lo sviluppatore ha “zero giorni” per riparare la falla nel programma prima che qualcuno la possa sfruttare[1].
Ecco perchè è il mio giorno zero, la mia puntata pilota. “Ho zero giorni di tempo” per riparare una falla che dura da troppi zeri. Negli ultimi due anni ho ripreso peso in modo esponenziale. L’ho fatto di nuovo. Tra una bugia autoinflitta e una granita con panna mi raccontavo che prima o poi mi sarei rimessa a dieta, in fondo che saranno mai 5, 10, 15 kili, li perdo quando voglio.
E poi è arrivata l’estate e quegli shorts di una taglia così giusta, col cavolo che mi si allacciano. Che fine hanno fatto le mie guance, il mio naso, i miei piedi. I miei buoni propositi, la mia energia, le diete fallite al primo “ti va un biscotto?” E poi quelle analisi del sangue, ma ci sarà stato un errore!
Una valanga di errori, messi in fila uno dietro l’altro. I miei. E questa maledetta consapevolezza che ha contraddistinto da sempre la mia vita da persona in sovrappeso è sempre stato una corazza, un vanto. Ma con la consapevolezza ci spiazzi i medici e massacri le guru “della salute” su Facebook, non ti “salvi la vita”, nè tieni a bada i picchi glicemici.
Mi sono messa a dieta ed è una cosa serissima
Per la prima volta dopo tanto tempo inizio una dieta senza alcun tipo di leggerezza. Niente meme, niente battute, nè ammiccamenti. Non sono entusiasta, non sono neppure certa di riuscire a farcela, ma non voglio affrontarla con quel fancazzismo da famolodopista che mi contraddistingue. Anzi.
Dovrò cambiare “stile di vita” e se qualcuno pensa che sia facile come scriverlo sotto una foto di Ashley Grham su Vogue, non ha idea di cosa significhi essere in sovrappeso. Dovrò darmi alla colazione salata, quando preferirei darmi all’ippica. Ma per la prima volta ho svuotato il frigo, mi sono davvero “affidata ad una nutrizionista” e ho paura.
Non di morire per il colesterolo alto, o di infarto. Ho paura di non riuscire a venir fuori da una comfort zone fatta di zucchero e cuscini. Ho paura di vedermi per l’ennesima volta nelle foto di un matrimonio con un abito di ripiego e odiarmi come un tempo. Di non uscire dal loop di una fame che non passa mai e di una voglia di niente che ti fa saltare i pasti.
Sono le 7.30. Dicono che le vulnerabilità 0-day costituiscono una seria minaccia, ma su di me le minacce non hanno mai avuto effetto. Vorrei chiudere con una frase motivazionale, ma ognuna di noi ha le proprie motivazioni. Leggevo tempo fa che il cambiamento si costruisce. Ecco, proviamo a saldare le fondamenta.
3 Comments
Ciao! Ci sono passata e per incoraggiarti ti posso dire che l’abitudine fa grandi cose! All’inizio è tutto terrificante perché il tuo corpo va in shock e ti domanda WTF?? Cosa accade?? Ma pian piano le dosi più piccole ti appaiono normali, riscopri i sapori, hai meno voglia di esagerare… come dici tu, non va pensata come dieta, altrimenti rischia di fallire (anche da lì sono passata) ma proprio come cambio di stile di vita, che prima o poi si arriva ad apprezzare e a non voler cambiare! E’ un passo importante, non da tutti, e già per questo complimenti! Regalati anche qualche eccezione ogni tanto che fa solo bene! In bocca al lupo 😀
23/10/2018 at 2:50 amMa che splendido commento <3 Grazie per l'incoraggiamento e i consigli, ne farò tesoro. E sono certa che possano essere d'aiuto anche a chi ci legge!
23/10/2018 at 11:02 amMy pleasure ^_^ <3
23/10/2018 at 11:05 am